Qui raccolgo qualche informazione interessante sulle sostanze stupefacenti. Come sappiamo ci sono sostanze naturali e sintetizzate in laboratorio che agiscono sul nostro corpo e in particolare a livello neurale, e possono indurre sensazioni di benessere e allucinazioni; generano dipendenza fisica e/o psicologica ed effetti collaterali. Ci sarebbe da discutere sui motivi che possono indurre alcune sfortunate persone ad utilizzare queste sostanze, beh, magari può essere utile la pagina delle soluzioni ai problemi.
Cocaina
Derivata dalle foglie di Coca, la sua patria d'eccellenza è la Colombia (qui gli indios che vivono alle alte quote consumano tradizionalmente foglie di coca: vengono arrotolate e tenute sotto la lingua per vincere la fatica e i disagi dell'altura; anche a loro cmq non fa molto bene...). Si coltiva anche in altre parti del mondo.
Marijuana
Ritenuta una droga "leggera" e perciò più tollerata, genera in realtà dipendenza psicologica. E' coltivata in Colombia, Afganistan, e in svariate altre regioni del mondo, anche perché la pianta cresce bene dappertutto.
Eroina - Oppio
L'eroina (dal tedesco heroisch, eroe) nasce nel 1898 come prodotto di sintesi della Bayer. Sottoponendo la morfina a 16 reazioni chimiche si ottiene un derivato più potente e con meno controindicazioni, pensato come analgesico per i feriti di guerra.
La morfina (e l'oppio) si ottengono dal lattice del "Papaver somniferum" (papavero domestico). Il frutto è inciso prima della maturazione. Dalla stessa pianta si può ricavare anche un olio alimentare. La pianta è stata usata per millenni come antidolorifico e calmante: la capsula del papavero è un laboratorio naturale che produce 24 diversi alcaloidi, tra cui alcuni di uso diffuso nella medicina del dolore e della tosse: codeina, narcotina, papaverina. L'alcaloide principale è la morfina: isolata in Germania nel 1805 fu usata per i feriti di guerra. Fu la prima droga iniettabile. Nel 1898 si sintetizzò l'eroina, mentre negli anni 40 il terzo Reich sintetizzò il metadone, droga più leggera ora usata per le terapie di graduale disintossicazione.
Il papavero è con ogni probabilità originario dell'area mediterranea: le tracce più antiche sono in Svizzera e risalgono a 3000 anni prima di Cristo; ci sono tracce poi in Mesopotamia, Egitto, quindi in tutto il bacino del Mediterraneo, e poi, attraverso la Turchia, in Iran e più verso Oriente. Se ne fa principalmente uso medicinale.
Un consumo limitato di oppio per uso voluttuario comincia a diffondersi in India nel 1500-1600 (epoca Mogul). Un secolo dopo arriva in Cina dove si inizia a fumarlo e il consumo si allarga così tanto che i Ming lo proibiscono. Ai primi dell'800 la Cina è il Paese più industrializzato del mondo, l'Occidente acquista porcellane, sete, manufatti pagati in oro e argento. Finché gli Inglesi, che occupano vaste aree di India e Pakistan, capiscono che possono usare l'oppio anziché l'argento come merce di scambio.
Sono quindi gli Inglesi che di fatto, attraverso funzionari corrotti, impongono la creazione di un mercato nero dell'oppio. Tra il 1799 e il 1900 l'oppio causa due guerre. La compagnia delle Indie Orientali ha il monopolio della produzione e vendita in Pakistan; le Agency Houses organizzano il contrabbando verso la costa. Nel 1839 a Canton funzionari del governo cinese versano a mare 1400 tonnellate di oppio che una nave inglese intendeva scaricare: come rappresaglia la flotta inglese bombarda la costa e disperde le giunche imperiali. Nel 1842 a Nanchino, dopo due anni di scontri, gli inglesi impongono un trattato che prevede un indennizzo agli armatori i cui carichi erano stati confiscati, e l'apertura di 5 nuovi porti. Ottengono la concessione esclusiva di Hong Kong (fino al 1997). Nel 1856-1858 i francesi si alleano agli inglesi e ottengono altri 11 porti. Gli storici stimano che nel trentennio 1870-1900 il 20% della popolazione Cinese sia divenuta oppiomane.
Il papavero da oppio si coltiva oggi in Birmania, Laos, Tahilandia, Iran, Afganistan, Pakistan e in svariati altri Paesi.
Libri consigliati:
Le confessioni di un mangiatore d'oppio - Thomas De Quincey (Rizzoli 1956)
Talebani: Islam, petrolio e il grande scontro in Asia centrale - Ahmed Rashid (Feltrinelli 2001)
Saggi:
Oppio, storia di una droga dagli Egizi ad oggi - Matthias Seefelder (Garzanti, 1990)
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