È proprio il contrario di quello che molti dicono: viviamo ampiamente al di sotto delle nostre possibilità.
Chi dice il contrario e ci condanna a un'esistenza di paura, tra una crisi e l'altra, sarebbe da aiutare. Purtroppo siamo invece noi da aiutare, o meglio ci tocca aiutarci da soli. Infatti parecchi studi dicono che chi è psicopatico fa più carriera, e riflettendoci un po', viviamo in un mondo che potrebbe essere un paradiso ma al governo un po' dappertutto sono degli psicopatici... ma questo (forse) è un altro discorso.
Voglio cercare di riassumere in una pagina come sia limitante non solo filosoficamente ma anche a livello tecnico l'organizzazione (prevalente) del mondo che ci circonda. Mi rendo conto che è ambizioso, ma non l'ho trovato scritto altrove in nessun modo che mi soddisfi, e oggi mi prudono le dita.
Per fare in fretta, dividerò in risorse, governo, denaro e lavoro.
Se sei in grado di scrivere quello che ho scritto qui in modo migliore e più sintetico, per favore mandamelo!
Risorse
Grazie al progredire della scienza non siamo mai andati così bene. Nonostante il numero crescente di persone nel mondo, c'è cibo ed energia per tutti: chi dice il contrario, mente (alla più piccola caduta dei consumi, i prezzi delle materie prime e del cibo crollano: non sarebbe così se fossero davvero scarsi; per documentarsi date che so un'occhiata ai dati di borsa 2015).
Le cure mediche progrediscono di continuo e così i relativi macchinari: non è ancora possibile curare tutto, ma le cose più comuni sì.
C'è una capacità tecnica di archiviare e elaborare l'informazione che permetterebbe di erogare i servizi fondamentali (sanità, giustizia e controllo dei conti, sicurezza ed emergenza, catasti ed amministrazione fiscale) meglio e a costi più bassi.
Governo
Nonostante ci sia qualche esperimento più ampio, lo Stato Nazionale che comprende persone che parlano la stessa lingua e condividono una stessa cultura rimane la forma di governo più facile da accettare (o da imporre/sostenere/mantenere).
Quello che almeno si potrebbe provare a cambiare (e per questo scrivo programma per i secoli futuri, vista l'inerzia che impera) è il sistema (prevalente) di Repubblica Parlamentare. Insomma in genere si eleggono dei deputati che passano il tempo a creare o cambiare leggi, sempre sugli stessi argomenti, magari con qualche scusa di contemplare innovazioni tecniche; più spesso sull'onda del momento. Senza menzionare il fatto che le persone in queste posizioni vengono scelte (di fatto) per la capacità di parlare e intortare piuttosto che per quella di lavorare.
Il risultato della continua produzione legislativa sono norme sempre più intricate (difficili da interpretare, facili da eludere per chi può pagare buoni avvocati) che finiscono per limitare la libertà personale, oltre che a frenare il commercio e l'innovazione perché certe burocrazie finiscono per essere sostenibili solo da aziende già affermate e di grosse dimensioni. Talvolta (talvolta?) vengono emanate addirittura per clientelismi e per creare nuove burocrazie, poltrone e lavori inutili.
Il groviglio di leggi dovrebbe essere ridotto e semplificato (con apposita assemblea temporanea), e l'amministrazione pure (per esempio, fra le altre cose, con un servizio Stato.Gov tipo Google in cui ogni cittadino ha il suo profilo e vede e gestisce tutto: catasto case e auto, prenotazioni e storia sanitaria, prenotazioni e storia giudiziaria, tasse).
Invece di dedicarsi alla produzione di leggi, l'assemblea eletta potrebbe invece dedicarsi al CONTROLLO che è quello che alla fine manca; il parlamentare eletto in un determinato collegio potrebbe dedicarsi a tenere sotto controllo spesa e amministrazione pubblica del relativo collegio. Fantascienza?
Denaro
Non solo la maggioranza della gente non conosce il funzionamento del "moderno" denaro a "corso forzoso", ma evidentemente la maggior parte dei governi non riesce a fare 2+2 su quello che implica il lasciare alle banche il privilegio della "creazione" del denaro. Denaro che oltretutto non entra realmente nel sistema e costringe ad operazioni come i recenti QE.
Mi spiego meglio.
Prima cosa, il denaro moderno è a corso forzoso. Ciò significa che gli Stati (quelli che non si sono venduti la sovranità) emettono una propria moneta che è utilizzata per gli scambi e per pagare le tasse, ma che in sè non vale nulla (= non è più intercambiabile con una quantità fissa di oro come nel "Gold Standard"). Vale solo grazie all'autorità e alla garanzia dello Stato.
Questo sistema ha un sacco di vantaggi perché uno Stato accorto può utilizzare la leva monetaria per smorzare le crisi e per assistere i cittadini in difficoltà (e senza causare inflazione: studiando un po' si vede che le crisi peggiori hanno il pregio di portare con sè deflazione, quindi abbiamo una leva di riequilibrio quasi perfetta).
Seconda cosa, purtroppo nei fatti la creazione di denaro è lasciata alle banche private, che però non lo creano per davvero. Qui devo fare un esempio. Ormai la maggior parte del nostro denaro è depositato in una qualche banca, salvo una piccola percentuale praticamente insignificante. Supponiamo che la totalità del denaro sia 1000 cocuzze. Da 1000 le banche possono prestare (attraverso il meccanismo della riserva frazionaria) almeno 10000. Che magari verrà utilizzato per comprare case o altri beni. Il problema è che di denaro totale c'è solo 1000, e bisognerà restituire 10000 + gli interessi.
Certo non è dovuto tutto tutto insieme e nel calderone si possono sfruttare beni pre esistenti, per esempio case vecchie che uno potrà vendere ecc. ecc. ma una vendita per recuperare ben 10000 causerà nel tempo deflazione (perché tanto di liquido c'è solo 1000, quindi macroeconomicamente non ci sarà mai tutta questa gente con questa grande voglia di comprare).
Una soluzione è che la Banca Centrale dello Stato stampi 9000+, e una possibilità raffazzonata è fare il famoso QE di cui avrete certamente letto altrove. Un'altra soluzione forse più intelligente (e ce ne saranno di sicuro altre) è usare i 9000 per mettere in cantiere lavori pubblici (ferrovie, autostrade, informatizzazione ecc.) così si mettono soldini nelle tasche di lavoratori (anziché di banche come il QE) e industrie, e contemporaneamente si creano strutture utili al migliore funzionamento dello Stato, a costo quasi zero.
Se lo fanno tutti gli Stati, è una misura neutrale; lo si può fare in modo unilaterale solo in uno Stato con buona industria e produzione interna; se la Banca Centrale stampa, il valore della valuta almeno all'inizio scenderà rispetto alle altre valute; ma nel lungo termine la nazione sarà una nazione con nuove infrastrutture per 9000 cocuzze, parte saranno andate all'industria nazionale, parte a lavoratori che avranno speso parte delle cocuzze guadagnate per beni o servizi nazionali che, di nuovo, fanno la nazione più ricca.
Si potrebbe andare più nel dettaglio: su questo Keynes e non solo lui ci ha scritto dei libri. Ed è sicuramente meno semplice di come l'ho scritta qui, ma scritta così forse si capisce.
Tasse
Ma a cosa servono allora le tasse nei sistemi a "corso forzoso"? Se i soldi possiamo stamparli, che tassiamo a fare? Il welfare la sanità per tutti ecc. lo possiamo fare stampando, no? Ok non è tutto così semplice. Cmq. possono servire primo a far diventare più cari i beni di importazione (nel caso altri Stati siano rimasti almeno con la testa al Gold Standard - vedi Germania) o i beni "dannosi" (es. sigarette, benzina), secondo possono servire a rosicchiare qualcosa a chi ne ha tantissimi per fare in modo di raffreddare le posizioni di privilegio che di solito finiscono per autoalimentarsi e creare dinastie e caste. Sarebbe forse preferibile a questo scopo tassare maggiormente le eredità, perché punire chi se li è guadagnati lui onestamente ovviamente "raffredda" la voglia di imprenditorialità e di rischio.
Inoltre tassando secondo il principio "no tasse senza rappresentanza" (cioè tu mi tassi solo se posso decidere come quei soldi li usi), se il principio c'è per davvero, si dovrebbe attivare un meccanismo virtuoso per cui il cittadino diventa "controllore", cioè fa attenzione che si facciano cose utili e non sprechi... questo meccanismo tuttavia forse non è così automatico (ma è raro che il cittadino abbia "vera" rappresentanza, possa veramente scegliere: se così fosse, chissà...).
Lavoro, informazione, crisi, terrorismo e pazzia
Già dagli anni 30 si era capito che al giorno d'oggi non sarebbe più servito tutto questo lavoro. L'automazione nell'agricoltura e nell'industria dovrebbero permetterci di poter vivere una vita diversa. Non più come nel Medioevo o anche solo nel 1800.
In realtà come dimostrano molti vincitori di lotterie e molti figli di miliardari, sarà la tradizione o la cultura di secoli, ma non siamo molto organizzati per una vita che non preveda il tran tran lavorativo. Molta gente senza il lavoro va fuori di testa. E del resto lo diceva già Luigi Einaudi negli anni 40-50 parlando degli italiani, sintetizzo, "un popolo così laborioso che ha sempre voglia di lavorare intraprendere ed industriarsi anche se lo carichi di tasse e norme assurde" (ed allora c'era meno della metà della burocrazia di oggi).
Dovremmo forse pensarci un pochino. Ma siamo in un mondo che va avanti a inerzia. Una crisi sostituisce un'altra, nuovi terroristi (ISIS) sostituiscono i vecchi (tipo BR in Italia), chi lo sa, forse aiutati dagli stessi esportatori di democrazia (questo è pensare male, ma come diceva quell'altro, a pensar male si fa peccato, però spesso ci si azzecca). L'informazione non aiuta certo il pensiero originale, diciamola così. Continuiamo insomma come robottini, con un'organizzazione che viene da altri secoli. Siamo governati da psicopatici ed alcuni giocano ancora alla guerra, quando ce ne sarebbe per tutti.
E vogliamo cambiare il mondo, ma non pensiamo nemmeno a riorganizzarci noi, quando a volte invece sarebbe possibile: neanche chi ha dei risparmi pensa che non vivrà in eterno e che se consuma meno e/o taglia cose alla fine inutili potrebbe magari lavorare meno o smettere di lavorare. Ok non che l'organizzazione del lavoro permetta a ciascuno di organizzarsi come vuole; e/o bisogna pensarci molto presto.
Ma non fa male pensarci.
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