12 Dicembre 2007
L'esercito libanese che finora è riuscito a rimanere neutrale e garantire l'unione del Paese è stato attaccato al suo vertice: in un attentato è stato ucciso il generale François al Hajj. Avrebbe con ogni probabilità Michel Suleiman chiamato infine alla presidenza con decisione improvvisa. Michel Aoun sostiene che gli esecutori del crimine sono con ogni probabilità i beneficiari, cioè il governo libanese. Aoun e Hajj hanno combattuto assieme negli anni 80
Dicembre 2007
Continua la storia infinita dell'elezione del Presidente. Sembra che non abbia nessuna probabilità il candidato Michel Aoun. In un Paese diviso in 18 comunità religiose, che spesso usano la religione come pretesto per litigare o coprire altri interessi, per prassi consolidata il Presidente va alla componente cristiano-maronita, il Primo ministro è musulmano-sunnita e il presidente del Parlamento musulmano-sciita.
Al capo delle forze armate Michel Suleiman il Presidente uscente Emile Lahoud ha affidato il compito di tenere unito il Paese. Forse non è un caso che nel 1998 il comandante dell'esercito era Emile Lahoud.
Suleiman finora ha collaborato con l'ONU ed ha preso decise iniziative militari.
Agosto 2007
Il segretario ONU Ban Ki-moon chiede l'insediamento all'Aya (Olanda) il Tribunale internazionale che deve indagare sulla morte di Rafik Hariri.
Non si sa ancora nulla di preciso sui militari israeliani catturati dal movimento Hezollah nel luglio 2006
Febbraio 2007. Continuano gli attentati terroristici. I servizi di sicurezza interni sono insufficienti. Nonostante il pericolo, il 14 febbraio 300000 persone si sono radunate per commemorare Hariri, a Beirut nella piazza dei martiri.
C'è una situazione di stallo. Il Governo che ha l'appoggio del Parlamento non include però alcuna rappresentanza politica per il movimento sciita. Il Presidente della Repubblica e quello del Parlamento rifiutano l'autorità del Governo. La mediazione della Lega Araba e 7 MLD $ di aiuti raccolti dal Governo Siniora a Parigi non hanno aiutato. Le indagini sull'attentato a Hariri proseguono con molta fatica.
Continuano i morti per le cluster bombs usate da Israele contro gli attacchi del movimento Hezbollah (al di fuori di qualsiasi controllo delle istituzioni Libanesi; sostenuti dalla Siria).
Lo sceicco Nasrallah, leader del partito Hezbollah, ha dimostrato di essere pragmatico; nella zona potrebbe ripetersi come altrove lo scontro tra musulmani sciiti e sunniti, oltre a quello con i cristiani; d'altra parte ci sono diverse fazioni politiche tra i cristiani, per cui la situazione non si presta alle semplificazioni (e forse anche ai giochetti con cui in molte parti del mondo si usano differenze religiose a fini economici e/o politici)
Gennaio 2007. Il comando della missione Unifil nel Libano sta per passare all'Italia. Il governo ha aumentato le tasse, privatizzato energia e telefoni, e parte della compagnia aerea di stato.
La commissione di inchiesta internazionale sull'assassinio di Rafic Hariri denuncia la mancata cooperazione di 10 Paesi, senza indicarne i nomi. Tra i 10 non c'è la Siria, ma ci sarebbe la Francia e alcuni Paesi arabi cosiddetti moderati.
Dicembre 2006. Tensioni tra lo schieramento del capo del governo Siniora (drusi che fanno riferimento a Jumblatt, cristiano maroniti di Gemayel e Samir Geagea; spalleggiati da francesi e americani) e il fronte del presidente della repubblica Emile Lahoud (Hezbollah, gli sciiti di Amal, i cristiano maroniti di Michel Aoun).
25 Giugno 2006. Un soldato israeliano è catturato dalle milizie Hezbollah. E' sufficiente questo per spingere Israele a una pesante offensiva nel sud del Libano, interrompendo anni di pace. Questo pur sapendo che il debole governo Libanese non ha alcun modo di controllare Hezbollah.
Il Libano, che stava vivendo una seconda giovinezza con la ricostruzione di numerosi quartieri di Beirut, è inondato di bombe a grappolo.
Le Nazioni Unite con la risoluzione 1701 inviano una missione in Libano di cui fa parte anche l'Italia.
Bombardando la centrale termoelettrica di Jeih, a 30 km da Beirut, gli israeliani causano il riversamento in mare di 15000 tonnellate di petrolio, una marea che si estende per 120 km, fino alle coste siriane e oltre.
Gia dopo le prime tre settimane di bombardamenti si calcolano danni per 2.5MLD di $. I danni a negozi e case a Beirut superano i 500M di dollari. Il turismo che garantiva il 12% delle entrate del Libano è ovviamente a terra perché tutti i turisti ovviamente se ne sono andati. Il turismo è duramente colpito anche in Israele.
14 Febbraio 2006. Attentato terroristico contro il premier Rafic Hariri: 23 morti. Gli succede Fouad Siniora.
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